Negli ultimi vent’anni, l’interesse nei confronti delle forme alternative di turismo è
notevolmente aumentato, in ragione della crescente consapevolezza da parte dei
turisti circa l’impatto ambientale causato dal turismo in generale e l’auspicabile
integrazione tra conservazione ambientale e sviluppo economico dei paesi coinvolti
(Hunter e Green, 1996). Il turismo alternativo, così come afferma Corvo (2003),
costituisce «il tentativo di entrare in contatto con una determinata cultura,
conoscendone l’ambiente naturale e umano, la storia e le tradizioni, la comunità e
gli individui» (pag. 33) e rappresenta una valida “alternativa” al turismo di massa
che, a causa del suo alto impatto sull’ambiente naturale e culturale, molti turisti
sono portati sempre più a evitare (Martinengo e Savoja, 1998).
Tra le principali forme che può assumere il turismo alternativo, come il soft
tourism, il turismo verde, il turismo gentile e naturistico, il turismo responsabile e
sostenibile, il turismo a basso impatto ambientale, si colloca anche l’ecoturismo,
apparso in Europa solo pochi anni fa, ma già da tempo conosciuto sotto il nome di
“turismo verde”, che identificava tutte quelle visite a spazi naturali protetti, come
parchi nazionali o riserve naturali (Galli e Notarianni, 2002). Anche l’ecoturismo,
quale turismo alternativo, è sorto soprattutto come reazione alle critiche mosse nei
confronti dei punti cruciali del turismo di massa (alloggiamento alienante,
difficoltà di comunicare con la comunità locale, mancanza di autenticità sia per i
visitatori che per i locali), giungendo a imporsi sempre più come valida opzione
alle vacanze di massa.
Nell’ultimo decennio, i viaggi che valorizzano la dimensione ambientale hanno
assunto un rilievo tale da indurre l’ONU a proclamare il 2002 “Anno
Internazionale dell’Ecoturismo”. Il successo riscosso dall’ecoturismo negli anni
Novanta è dipeso anche dalla possibilità di svolgere diverse attività che uniscono il
contatto con la natura all’esercizio fisico: tipiche attività ecoturistiche sono il
diving, il birdwatching, l’osservazione delle balene, il safari fotografico, trekking
ed escursioni nelle foreste o addirittura in luoghi remoti (Stewart, 1994).
Per quanto riguarda lo scenario italiano, dai dati pubblicati nel 2002 dalla WTO
(World Trade Organization), in seguito a un’indagine svoltasi in Italia e i cui
risultati sono stati paragonati a quelli ottenuti in altri paesi dove si è svolta la
medesima ricerca, gli ecoturisti italiani preferiscono scegliere una meta europea e
non allontanarsi troppo dal paese di origine. Inoltre, i parchi nazionali riscuotono
un grandissimo successo tra gli ecoturisti italiani; l’ecoturista, infatti, dà meno peso
alla regione di destinazione, e preferisce sottolineare il fatto che la sua meta sia un
parco, piuttosto che dire dove esso sia situato. La Campania è la regione più
visitata, specialmente grazie alle numerose associazioni locali coinvolte
nell’organizzazione di viaggi ecoturistici e di turismo responsabile, oltre che per
l’estrema bellezza e la varietà dei suoi paesaggi. Ogni destinazione, inoltre, ha
sviluppato con gli anni la sua particolare forma di turismo: la Sicilia e la Sardegna
hanno sviluppato attività più marittime, come la subacquea in ogni sua forma, che
sia diving o snorkelling; la Toscana, invece, è particolarmente popolare per
l’agriturismo (WTO, 2002).
Infine, l’Organizzazione Mondiale del Turismo definisce precisamente
l’ecoturismo una «forma di turismo a bassissimo impatto sull’ecosistema, basata
sull’osservazione della natura e delle tradizionali culture locali, organizzata per un
numero non elevato di turisti da piccole agenzie locali, per cui i proventi generati
da tale attività rappresentano un’entrata per la comunità ospitante» (pag. 17).
Tuttavia, la letteratura ha messo in luce che la definizione di vacanza ecoturistica
da parte dei turisti è spesso sconosciuta o confusa con altre tipologie di turismo
alternativo, come l’agriturismo, anche da parte di coloro che lo praticano o pensano
di averlo praticato (Galli e Notarianni, 2002).
Inoltre, le ricerche in questo ambito hanno indagato prevalentemente il livello di
soddisfazione del consumo turistico e le caratteristiche delle località di
destinazione, dedicando poco spazio alle motivazioni che stanno alla base della
scelta (Galvani, 2000; Colombo 2005).
Obiettivi
Le motivazioni che porterebbero un turista a scegliere una vacanza alternativa
come l’ecoturismo hanno dunque ricevuto poche attenzioni empiriche: questa
ricerca, nell’intento di individuare le motivazioni che spingono le persone a
scegliere una vacanza in generale, e una vacanza ecoturistica in particolare, ha
cercato di rilevare se, a pesare nella scelta di una vacanza ecoturistica, siano
principalmente i valori personali, intesi come una maggiore sensibilità alle
problematiche ambientali (Higham e Carr, 2002), oppure la quantità di
informazioni già possedute o attivamente ricercate, relative all’ambiente naturale e
culturale, che è possibile trovare in una località turistica.
Metodo
Il campione
La ricerca ha coinvolto un campione di 10 persone, di età media di 36 anni. In
particolare, la metà del campione doveva aver affrontato, almeno una volta,
un’esperienza ecoturistica.
Strumenti e procedura
Traccia dell’intervista
Tra maggio e giugno 2005, è stata somministrata un’intervista semi-strutturata che
ha indagato le motivazioni e i criteri di valutazione sulla base dei quali gli
intervistati giungono alla scelta di una particolare tipologia di vacanza. In seguito,
l’attenzione è stata rivolta alla motivazione “natura-cultura locale”, allo scopo di
comprendere quale assume il peso maggiore e quali sono i significati attribuiti a
natura e cultura locale nella scelta di una vacanza. Infine, si è indagato il diverso
significato attribuito a natura e cultura locale da parte di ecoturisti e non-ecoturisti.
Analisi del contenuto: le categorie
A seguito della somministrazione e trascrizione verbatim, è stata effettuata
un’analisi in profondità delle interviste, giungendo a delineare quattro categorie di
analisi, a loro volta suddivise in sottocategorie:
1. La vacanza (Definizione di vacanza – Classificazione di vacanze – Vacanza
praticata – Frequenza – Compagnia scelta – Mete turistiche preferite – Strumenti di
organizzazione della vacanza – Motivazione alla scelta di vacanza – Criteri di scelta
della vacanza – Ultima vacanza praticata).
2. Natura e cultura (Peso dell’elemento natura – Informato e/o coinvolto in
programmi di tutela ambientale – Importanza di essere informato e coinvolto in
programmi di tutela ambientale – Peso dell’elemento socio-culturale – Informato
e/o coinvolto nella vita socio-culturale della popolazione locale – Importanza di
essere informato e coinvolto nella vita socio-culturale della popolazione locale)
3. Ecoturismo (Definizione di “ecoturimo”- Definizione di “agriturismo” –
Motivazione alla scelta di una vacanza ecoturistica – Motivazione alla non-scelta di
una vacanza ecoturistica – Ecoturismo praticato – Ecoturismo praticabile)
4. Scelta (Motivazione esterna – Motivazione interna – Esperienza attiva –
Esperienza passiva – Vacanza non organizzata – Vacanza organizzata sole-mare).
Discussione dei risultati
Le categorie emerse dall’analisi delle interviste ha consentito di delineare il profilo
dell’ecoturista distinguendolo dal non-ecoturista. Per la natura dei risultati ottenuti,
la discussione di entrambe le tipologie di turisti sarà affrontata parallelamente.
La “vacanza” per ecoturisti e non-ecoturisti
Sightseer versus Vacationer
Gli ecoturisti possono essere definiti sightseer, in quanto cacciatori di luoghi e di
immagini, sempre alla ricerca di novità, che compiono viaggi non ordinari e non
ripetitivi, per i quali gli aspetti di comodità o di relax della vacanza stessa non
appaiono prioritari (Cohen, 1974).
«Mah, sicuramente preferisco vedere posti nuovi, in maniera che non sia troppo
turistico, in modo da conoscere le persone, il paese; che non sia una vacanza
organizzata in modo standard, altrimenti diventa un falso: secondo me l’importante
è vedere cose nuove».
I non ecoturisti possono essere invece definiti vacationer, ovvero turisti
prevalentemente alla ricerca di elementi conosciuti (ambienti e persone) che li
tranquillizzano. Privilegiano, inoltre, la comodità e il relax (Cohen, 1974).
«Innanzitutto residence sul mare, quindi la comodità del mare vicino, ma anche nei
pressi di un centro dove ci sia un po’ di movimento per la sera; quindi nell’ordine
mare bello, residence e centro. Se poi mi piace ci ritorno».
Allocentrici versus Psicocentrici
Gli ecoturisti possono essere definiti allocentrici: essi frequentano posti non
turistici, sono pronti al rischio e scopritori di località (Plog, 1991). «Evitare il
turismo di massa, evitare i soliti posti e soprattutto la falsità di quello che le grandi
strutture vogliono farti vedere (…) scoprire qualcosa di diverso dal solito, dalla
solita vacanza». I non-ecoturisti possono invece essere definiti psicocentrici, in
quanto ricercano il familiare e tendono a scegliere destinazioni conosciute,
difficilmente viaggiano da soli (Plog, 1991). «Ho scelto questa vacanza
sicuramente perché ero stato condizionato dai ricordi (…) quindi mi ricordavo un
posto molto bello, per stare con la famiglia in un posto di mare che conosco molto
bene».
Indipendenza versus Dipendenza
Gli ecoturisti preferiscono organizzare le proprie vacanze in modo indipendente,
non affidandosi ai classici pacchetti delle agenzie che propongono modelli di
vacanza consumistici, senza considerare i danni prodotti dalla massa di turisti
sull’ambiente e sulla popolazione locale. «In genere le organizzo dando un occhio
su Internet; generalmente parto senza aver prenotato, o prenoto io da casa.
Comunque non vado in agenzia per evitare che mi propinino le mete che vanno di
moda». I non-ecoturisti preferiscono appoggiarsi a forme di turismo organizzato o
si affidano al passaparola e ai consigli di amici e conoscenti che hanno già visitato
una data località. «Vado sempre in agenzia viaggi: è comoda e ti dà le informazioni
del caso e sei sicuro che farai una vacanza in un posto giusto (…) o altrimenti
seguo varie strade come amici, o amici di amici di cui però mi fido. Così quando
torno avrò cose interessanti da dire».
La “natura” per ecoturisti e non-ecoturisti
Autenticità versus Comodità
Per gli ecoturisti è importante l’avventura e la scoperta di nuovi luoghi naturali,
sempre però nel rispetto e nella disponibilità di adattamento alle abitudini diverse
dalle proprie. «Ricordo in Marocco, cercavamo un posto bellissimo, e dopo che
l’abbiamo trovato abbiamo chiesto un posto per dormire (…) alle volte trovavamo
il singolo che ci affittava il dromedario e ci portava a fare un giro, ci mostrava, ci
portava alle feste o addirittura ci ospitava a casa sua o magari in strutture dove non
c’era l’acqua o la luce (…) è stata una vacanza bella perché c’era fiducia e
soprattutto rispetto». Per i non-ecoturisti la natura è importante, ma solo se
facilmente raggiungibile e fruibile. Un’altra caratteristica fondamentale è il
contesto che deve essere organizzato per il turista. «Mi piace stare in mezzo alla
natura, vedere un bel paesaggio mentre bevo qualcosa (…) è il massimo, non dover
far fatica e non dover pensare a niente».
La “cultura” per ecoturisti e non-ecoturisti
Scoperta di altre culture versus Se c’è anche cultura va bene…
Gli ecoturisti rispettano e ricercano attivamente il contatto con la popolazione
locale. «Mi piace essere coinvolto nella vita socio-culturale della popolazione
locale, è una cosa che cerco sempre (…) io ho fatto persino la corsa nel deserto con
i beduini; hanno visto che andavo bene a cavallo e mi hanno invitato a fare con loro
la corsa nel deserto: una decina di km con l’arrivo nel campo dei beduini nel
deserto e vestiti come loro. Ho fatto anche sagre in Umbria (…) è un modo per
conoscere la popolazione locale». Per i non-ecoturisti la partecipazione e il
coinvolgimento nella popolazione locale è un elemento secondario e soprattutto
non ricercato nella fase di organizzazione della vacanza. «Sono stato coinvolto
nella vita socio-culturale della popolazione locale soltanto quando sono andato in
Marocco, dove abbiamo partecipato ad una festa locale vestiti come loro, forse era
proprio organizzata per i turisti (…) o comunque adattata alle nostre esigenze
diciamo a scopo turistico. Mi è piaciuto anche perché non ero l’unico italiano (…).
Altrimenti non è così importante avere un contatto con la popolazione, cioè io non
ne faccio un problema».
I motivi di scelta per ecoturisti e non-ecoturisti
L’ecoturismo dipende dai propri valori personali
Per gli ecoturisti è sulla base di questa maggiore sensibilità alle problematiche
ambientali (locus of control interno), che essi partecipano attivamente nella ricerca
e nella organizzazione della vacanza. «Voglio dire: lo vedi se c’è un interesse per
l’ambiente o non c’è. E se c’è ti assicuro che t’informi, leggi, fai programmi di
vacanza sulla base di queste tue esigenze». «Al momento non so nemmeno che
progetti di ecoturismo interessanti ci sono in giro, dipenderà dai miei obiettivi e dai
miei desideri futuri. Io potrei anche andare nel deserto da solo, potrei farei
un’attraversata del deserto a piedi, credo che ormai sarei in grado».
L’ecoturismo è poco pubblicizzato
I non-ecoturisti sentono il bisogno di giustificare la “loro mancanza di sensibilità
verso l’ambiente e la cultura”, attribuendo la responsabilità all’esterno (locus of
control esterno): agenzie di viaggio che non propongono queste tipologie di viaggi
o i media poco focalizzati su queste tematiche. «Perché sinceramente non ci ho mai
pensato. Anche perché non è una cosa così conosciuta (…) probabilmente è una
cosa abbastanza nuova. Però tutto sommato, credo che sia forse una vacanza
migliore rispetto a tante altre e credo che potrebbe essere tranquillamente una delle
mie vacanza future». «Credo che la cosa sia poco pubblicizzata, non c’è
informazione a riguardo o ce n’è poca; è anche vero che io non mi sono mai posta
il problema. Però anche gli operatori del settore non fanno nulla, mi sembra proprio
che sia l’ultimo degli obiettivi».
Conclusioni
Allo scopo di fornire un’iniziale risposta alle esigenze di conoscenza e di
informazione riguardo il fenomeno ecuturistico, l’approccio metodologico
utilizzato è stato di carattere qualitativo-esplorativo: questo ha consentito una
comprensione e una focalizzazione della problematica in oggetto, con riferimento
agli aspetti cognitivi, emotivi e simbolici che regolano la scelta della vacanza in
generale ed ecoturistica in particolare.
Dall’analisi delle interviste è emerso un profilo di ecoturista differente e in alcuni
casi opposto rispetto a quello del non ecoturista. In particolare, mentre per gli
ecoturisti la vacanza è sinonimo di scoperta, essi infatti ricercano la novità,
compiono viaggi non ordinari e non ripetitivi, frequentano luoghi non turistici e
lontano dal turismo di massa e organizzano le proprie vacanza in autonomia,
utilizzando soprattutto Internet, per i non ecoturisti la vacanza è sinonimo di
tranquillità, infatti ricercano la comodità e il relax, ritornano in luoghi già
conosciuti e organizzano la propria vacanza affidandosi alle agenzie viaggio, sono
più affidabili.
Anche la modalità di vivere e scontrarsi la natura è differente. Gli ecoturisti si
adattano all’ambiente naturale nel quale si trovano, mentre per i non ecoturisti la
natura è importante, ma solo se facilmente raggiungibile e fruibile. Per quanto
riguarda la cultura, gli ecoturisti ricercano il contatto con la popolazione locale,
mentre per i non ecoturisti il contatto con la popolazione locale è secondario e non
ricercato.
Infine, da un punto di vista motivazionale, relativamente a ciò che soggiace alla
scelta o alla non scelta di una vacanza ecoturista, è emerso che gli ecoturisti
scelgono di compiere una vacanza ecoturistica perché sono sensibili alla natura e
alla cultura e non semplicemente perché sono più informati. Di converso, i non
ecoturisti non scelgono di compiere una vacanza ecoturistica perché non sono
sensibili alle problematiche ambientali e naturali. La mancanza di valori è però
giustificata attribuendo la causa all’esterno: l’ecoturismo non è pubblicizzato a
sufficienza.
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crediti: Francesca Romana Puggelli e Venusia Covelli, Università Cattolica di Milano